Le persone con disturbo evitante di personalità vivono generalmente isolate, come distanti dal mondo in cui vivono e di cui vorrebbero far parte, senza riuscirci. Tendono, infatti, a pensare di non essere brave abbastanza, di poter essere rifiutate o ferite, di non piacere agli altri, di essere poco attraenti e socialmente inadeguate. Questi pensieri conducono a elevati stati di ansia nelle situazioni sociali, quali lavoro, amici, relazioni intime, che tendono accuratamente a evitare per paura di essere ridicolizzati, criticati e rifiutati. La condizione preminente è il “disagio e l’ansia sociale” e una marcata tendenza a svolgere una vita routinaria che ponga questi soggetti al riparo dai potenziali rischi costituiti dalla novità. Per poter vivere sensazioni positive e gratificanti, anche se momentanee, gli evitanti coltivano interessi e attività solitarie (es. musica, lettura, chat).
Il ritiro sociale infine conferma il loro personale senso di inadeguatezza sociale, in una spirale apparentemente senza fine. La loro bassa tolleranza per i sentimenti negativi e la loro sensibilità al fallimento e al rifiuto pervade tutte le loro azioni.
Il disturbo evitante di personalità sembra essere ugualmente frequente nei maschi e nelle femmine. La prevalenza del disturbo evitante di personalità nella popolazione generale è tra lo 0,5% e l’1,0%.
Caratteristiche psicologiche del Disturbo Evitante di Personalità
È utile analizzare le caratteristiche psicologiche degli individui con disturbo evitante di personalità in termini di visione di se stessi e degli altri, credenze intermedie e profonde, minacce percepite, strategie di coping (affrontamento) ed emozioni principali:
- Visione di se stessi: si considerano socialmente incompetenti e inetti in situazioni scolastiche o lavorative
- Visione degli altri: vedono gli altri come potenzialmente critici, disinteressati e richiedenti
- Credenze intermedie e profonde: “se questa persona mi tratta così male, allora devo essere una cattiva persona”, “se a mia madre o mio padre non piaccio, come posso piacere agli altri?”, “dal momento che non ho amici, devo essere davvero diverso e difettato”, “non posso tollerare le emozioni sgradevoli”, “non vado bene”, “non valgo nulla”, “non sono amabile”
- Minacce percepite: “gli altri scopriranno che sono un fallimento”, la paura di essere sminuiti, squalificati, rifiutati
- Strategie di coping: evitare le situazioni in cui si può essere valutati. Quindi, rimanere ai margini dei gruppi sociali ed evitare di attirare l’attenzione su di sé. In situazioni lavorative, tendono a evitare di assumersi nuove responsabilità o di cercare un avanzamento di ruolo perché temono di fallire e di essere attaccati dagli altri
- Emozioni principali: l’emozione principale è la disforia, una combinazione di ansia e tristezza, correlata alla difficoltà a ricavare piacere dalle relazioni intime e senso di padronanza dai compiti svolti. Sperimentano ansia, correlata al timore di uscire anche di poco allo scoperto nelle relazioni sociali o lavorative
Sintomi della personalità evitante. Come capire se una persona soffre di Disturbo Evitante di Personalità:
Il disturbo evitante di personalità si manifesta tipicamente nella prima età adulta e include i seguenti sintomi:
- Evitare di farsi coinvolgere in attività che comportano un significativo contatto interpersonale a causa della paura di essere criticati, ricevere disapprovazione o rifiuto
- Indisponibilità a interagire con gli altri a meno che non si è certi di piacere
- Mostrarsi frenati nelle relazioni sociali a causa della vergogna e della paura di essere ridicolizzati
- Preoccupazione eccessiva di essere criticati o rifiutati nelle situazioni sociali
- Inibizione nelle nuove situazioni sociali a causa del sentimento di inadeguatezza
- Tendenza a valutarsi inadeguati socialmente, inetti, poco attraenti o inferiori agli altri
- Tendenza a essere riluttanti ad assumere rischi personali o a impegnarsi in nuove attività perché potrebbe rivelarsi imbarazzante